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2006


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Lipsia (Germania), 4 dicembre 2006, ore 19
Teatro dell'Opera, Kellertheater
Eine Frage (nach) der Geste

"Das Cabinet des Dr. Caligari" (1919)
di Robert Wiene

Live Computer Soundtrack di Edison Studio
M.Cardi, L.Ceccarelli, F.Cifariello Ciardi, A.Cipriani

One of the true musical highlights of the conference was the world premiere performance by the Edison Studio of a soundtrack to the German horror film "Das Cabinet des Dr. Caligari" directed by Robert Wiene. A visually stunning film with powerful expressionist imagery, the music composed and performed by Luigi Ceccarelli, Fabio Cifariello Ciardi, Alessandro Cipriani and Mauro Cardi provided a compelling accompaniment to this silent classic.
Richly layered and aggressively beautiful, this is truly a marvelous and masterly piece of work.


David Kim-Boyle - Computer Music Journal

 
 
 

Ercolano, 17 luglio 2006, ore 21
Villa Ruggiero
Festival delle Ville Vesuviane
Sonorizzazioni dal vivo su classici del cinema muto
un progetto dell'Associazione Dissonanzen

GLI ULTIMI GIORNI DI POMPEI
Regia di Eleuterio Ridolfi
Ambrosio Film, 1913
Live computer soundtrack di Edison Studio
Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Fabio Cifariello Ciardi, Alessandro Cipriani
Produzione: Edison Studio - Fondazione MM&T Milano


 


 

Festival Synthèse 2006
Bourges (Francia) 2 Giugno 2006, ore 22:30
Maison de la Culture, Petit Thèatre

"Das Cabinet des Dr. Caligari" (1919)
di Robert Wiene

Live Computer Soundtrack di Edison Studio

M.Cardi, L.Ceccarelli, F.Cifariello Ciardi, A.Cipriani

 
 
 

FESTIVAL SENSORALIA - Fondazione ROMAEUROPA
TEATRO PALLADIUM - ROMA - Sabato 1 aprile 2006

CONCERTO E PRESENTAZIONI EDISON STUDIO

ore 11:00
Presentazione del n° 18 della rivista di cinema "Close Up"
(edizioni Kaplan) diretta da Giovanni Spagnoletti
dedicata ai rapporti tra musica e cinema
con un articolo di Edison Studio

Ore 11:30
Presentazione di ZARBING, il nuovo CD di Edison Studio
edizioni RAI Trade e CNI
Un nuovo CD, fra creazioni elettroniche e le percussioni del maestro persiano Mahammad Ghavi Helm
Interverranno gli autori: Alessandro Cipriani, Fabio Cifariello Ciardi, Luigi Ceccarelli e Mauro Cardi.
Per questa occasione verrà presentata una edizione limitata del disco, contenente oltre ai quattro pezzi originali le versioni degli stessi pezzi reinventate dai gruppi rock Zu e Neo, e i producers Økapi e Rodion.

Ore 21 Concerto di EDISON STUDIO con la partecipazione di Økapi e Kinotek

GLI ULTIMI GIORNI DI POMPEI
Regia di Eleuterio Ridolfi
Ambrosio Film, 1913
Live computer soundtrack di Edison Studio
Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Fabio Cifariello Ciardi, Alessandro Cipriani
Produzione: Edison Studio - Fondazione MM&T Milano

POMPEI Reloaded
improvvisazione audio e video sul film Gli Ultimi Giorni di Pompei
di Edison Studio, Økapi e Kinotek




 
Mercoledì 5 Aprile ore 18:00
Helsinki, Theatre of the Ateneum, Finnish National Gallery (Ateneum Sali)

Organizzazione del Centre for Music & Technology - Sibelius Academy

Luigi Ceccarelli and Alessandro Cipriani:
Presentazione della computer soundtrack di Edison Studio sul film espressionista
"Das Cabinet des Dr. Caligari" di R.Wiene


venerdì 7 Aprile ore 19:00
Helsinki (Finlandia) - Chamber Music Hall (Electric Hall), Sibelius Academy
Concerto di Luigi Ceccarelli e Alessandro Cipriani
Mahamad Ghavi Helm - Percussioni
Organizzazione del Centre for Music & Technology - Sibelius Academy

Luigi Ceccarelli
Quanti, per clarinetto in sib e suoni di clarinetto elaborati digitalmente
De Zarb à Daf, per zarb, daf ed elettronica

Alessandro Cipriani
Womemory, opera audiovisiva in 5.1 dolby digital DVD
Bi Ma (Devoid of Self), per percussioni metalliche, daf, voce ed elettronica


 

è uscito il nuovo CD
zarbing
una produzione EdisonStudio
edizioni LaFrontiera (LFDL 19401) e Rai Trade (RTP0090)
Distribuzione CNI
Edison Studio electronics
Mahammad Ghavi Helm persian percussion and voice

Luigi Ceccarelli
De Zarb a Daf, for zarb, daf and electronics
Alessandro Cipriani
Bi Ma (Devoid of Self), for metal percussions, daf, voice and electronics
Fabio Cifariello Ciardi
Altri Passaggi, for two zarbs, two dafs and electronics
Mauro Cardi
Alba, for zarb and electronics


Recensione di Sandro Cappelletto
(Tuttolibri, La Stampa, 10 giugno 2006)

 

La pelle di un tamburo è tesa, calda, levigata da miriadi di colpi e vibrazioni. Ci sono tamburi umili e tamburi nobili, tamburi giovani e tamburi antichi come gli alberi secolari il cui legno fornisce loro corpo e anima. E anche la pelle è viva, metamorfosi e reincarnazione di antichi animali. Se solo la sfioriamo, quella pelle irradia sonorità ammalianti fatte di mille umori, distillati di ciò che quella pelle è stata, ha vissuto, ha sentito, ha cantato. I bambini lo sentono. Date un tamburo a un bambino e ne rimarrà catturato.
Avviciniamo l'orecchio alla pelle: quel battito, quella vibrazione si ingigantisce, ci abbraccia, ci tira dentro un mondo popolato di echi, voci, polifonie intere. Il tamburo è la porta di accesso, è il testimone di una storia umana che si perde indietro, in origini che non conosciamo.
La Persia antica, sospesa fra mito e storia, e quella di oggi, piena di memorie e di inquietudini, da millenni suonano e cantano su due antichi tamburi che ne hanno scritto la storia musicale: zarb e daf, entrambi risalenti all'epoca pre-islamica. Scolpito in un tronco di noce, lo zarb detto anche tonbak, ha la forma di un grande calice su cui si tende una pelle di capra vecchia, la migliore. Il daf è invece un tamburo a cornice: una pelle di capra o di daino tesa su un cerchio di legno di salice.
Marius Schneider ha scritto che il tamburo è «la madre di tutte le cose» e «la sua parola è il ponte fra il cielo e la terra». Ma il tamburo è anche «un mezzo di trasmissione e di trasporto», un veicolo a bordo del quale pensieri e anime salgono per volare, o per scendere nel cuore della madre terra. Questa idea, che è all'origine del terzo brano di questo cd, è anche il filo conduttore di questo disco che si presenta come un lavoro unitario, articolato in quattro episodi nei quali si racconta l'incontro fra la tecnologia elettronica e l'uomo degli antichi tamburi, Mahammad Ghavi Helm, persiano trapiantato in Francia e maestro di percussioni di fama internazionale: uno dei maggiori interpreti della moderna rinascita dello zarb sulla scia del grande Ostad Hosein Téhrani.
Questo accostamento, che in superficie può sembrare un omaggio al gusto singolare di abbinare opposti, si rivela invece come occasione per penetrare, schiudere le porte di quella realtà che il tamburo racchiude e che noi - noi occidentali soprattutto - abbiamo uno spasmodico bisogno di ritrovare e rivivere. Perché nel tamburo è la natura stessa che parla, quella natura che la nostra civiltà musicale ha via via emarginato e che invece resta saldissima protagonista delle grandi musiche di tradizione orale, come quella persiana appunto.
In musica, l'elettronica, se per un verso ha segnato il definitivo trionfo dell'artificiale, offre però in prospettiva una preziosa contropartita che è proprio la riscoperta della natura, un nuovo approccio ad essa, per via tecnologica. L'elettronica ci consente non più solo di avvicinare l'orecchio, ma di entrare nel corpo stesso del suono, di sentirlo da dentro, ascoltandone e decifrandone i segreti e le storie fantastiche racchiuse. Lo zarb con la sua voce profonda ma anche lieve, il daf coi suoi mille piccoli anelli che ne impreziosiscono il timbro, la stessa voce intensa ed evocativa di Mahammad Ghavi Helm sono una sorgente di suoni che nessun artificio saprebbe inventare così ricchi, affascinanti, intrisi di mille essenze millenarie.
Spesso però la tecnologia elettronica è anche un mezzo che consente ai compositori di uscire da quel solipsismo che nel XX secolo è stato per molti una consuetudine. Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani, Fabio Cifariello Ciardi e Mauro Cardi, nel 1993 fondano a Roma Edison Studio, un centro di produzione attrezzato dove comporre le loro musiche e lavorare insieme a progetti comuni. È da qualche anno che i quattro di Edison Studio hanno scoperto i tamburi di Mahammad Ghavi Helm rimanendone stregati. Questo viaggio fantasmagorico in quattro tappe rappresenta altrettanti modi di ricercare un amalgama poetico fra suoni elettronici e performance dal vivo. L'avvio è con De Zarb à Daf di Luigi Ceccarelli, un brano del 1997 che sorge impercettibile dal nulla svelandoci pian piano la grana di quel timbro caldo e risonante di pelle, che fiorisce e si moltiplica diventando coro, moltitudine, in un crescendo emozionante, scandito a tratti dall'andatura elastica e maestosa dei ritmi elegantissimi e dondolanti, torniti da una sapienza secolare.
Il brano successivo, Bi Ma (Devoid of Self) di Alessandro Cipriani è del 2002. Emerge anch'esso lentamente, dal nulla e ci avvolge in un tintinnare di metalli, una filigrana riverberante di piccoli cimbali e campane, fino a che la voce dell'uomo si materializza e intona Bi Ma, poesia di Jalâl ad-dîn Rûmî, persiano, poeta e padre del sufismo, mistico di immenso carisma vissuto nel XIII secolo, venerato da islamici, ebrei e cristiani. Le parole, filtrate nel vocoder, cantano la gioia immensa e l'ebbrezza infinita di quella liberazione dal proprio "io" che guida il cammino dei sufi.
La terza tappa del viaggio è verso il cuore della terra. Altri Passaggi di Fabio Cifariello Ciardi è una composizione realizzata nel 2001. Irrequieto e tellurico nelle sonorità dense e brulicanti, il brano, evocatore di profondità inesplorate costituisce un'iniziazione al mistero del tamburo nel senso di Marius Schneider, uno scandagliarne l'essenza meno attingibile e più riposta, dove spirito celestiale e terra nera si intrecciano nel loro amplesso eterno.
Il quarto quadro di questo polittico si ispira ancora a Jalâl ad-dîn Rûmî. È Alba (2002) di Mauro Cardi, forse la composizione più onirica e rarefatta, costruita come fine stratificazione di suoni campionati e performance dal vivo, una sorta di penombra sonora nella quale echeggiano le parole del poeta al quale la luna apparve, all'alba, e lo guardò, proiettandolo in un viaggio interiore, un periplo di esperienze alla cui circolarità si ispirano la sonorità e l'andamento del brano.

Giordano Montecchi