Recensione
del CD "Pesciolino", di Carla Di
Lena
(Il Giornale della Musica - Aprile
2006)
Recensione
prima esecuzione di "Trash" a Santa Ceclia
(Il Corriere della sera - 7.4.2004)
Recensione
del CD "Zarbing", InSound
Recensione
del CD "Manao Tupapau", di Mario
Pagotto
(CD Classica - Marzo 1999)
Recensione
del CD "Manao Tupapau", Records International
Recensione prima
esecuzione "Plena timoris amor"
di Mya Tannenbaum
(Il Corriere della sera, 7.1.1998)
Recensione
concerto L'Aquila, di Walter Tortoreto
(Il Centro, 26.4.1996)
Recensioni
rappresentazione "Nessuna coincidenza":
Luigi Bellingardi (Corriere della sera, 27.5.1995);
Michelangelo Zurletti (La Repubblica, 3.6.1995)
Recensioni
esecuzione "Calendari indiani":
Mario Gamba (Il manifesto, 6.12.1993)
Landa Ketoff (la Repubblica, 9.12.1993)
Recensione
esecuzione "Effetto notte", di Paolo Petazzi
(l'Unità, 12.12.1991)
Recensioni
tourneè in Australia luglio 1989:
Clive O'Connell (The Age, 18.7.1989)
Emilio Bini (Il Globo dall'Australia, 17.7.1989)
Recensioni
esecuzione "In Corde":
Dino Villatico (la Repubblica, 14.4.1989)
Mya Tannenbaum (Corriere della sera, 11.4.1989)
Giorgio Boari Ortolani (Il Giornale d'Italia, 10.4.1989)
Recensioni
esecuzioni olandesi "Filigrana":
Gemma Coebergh (Maartens Dagsblad, 21.6.1986)
Ernst Vermeulen (NRC Handelsblad, 21.6.1986)
Ernst Vermeulen (NRC Handelsblad, 10.9.1986)
Ralph Degens (Trouw, 11.9.1986)
Frits Van der Waa (Volkskrant, 11.9.1986)
Recensione
del CD "Pesciolino"
di
Carla Di Lena
"Il Giornale della Musica" - Aprile
2006
L’attrice Sonia Bergamasco debutta
con un libro-cd su musica di Mauro Cardi.
La strada elettroacustica del pesciolino-luna
Una filastrocca in italiano e in inglese
ripercorre la vita prenatale del bambino.
È noto, i più vari motivi conducono
gli artisti al mondo dell’infanzia,
dalle circostanze occasionali alla propria
personale esperienza con i bambini, che si
tratti di paternità/maternità
o di semplice vicinanza. Come rapportarsi
con il loro piccolo mondo e con le convenzioni
ad esso legate è poi un discorso complesso.
Un nuovo libro-disco uscito dalla collaborazione
di due artisti – attrice e compositore
– offre risultati non convenzionali.
La storia del Pesciolino scritta e recitata
da Sonia Bergamasco e musicata da Mauro Cardi
è, potremmo dire, tutt’altra
storia dai soliti libri-cd prodotti dall’editoria
per l’infanzia. Lei, la Bergamasco,
autrice-attrice, è nota al grande
pubblico per aver dato vita ad uno dei più
toccanti personaggi della filmografia recente,
Giulia, la terrorista de La meglio gioventù
che suonava il pianoforte senza controfigura.
Ma particolarmente interessante per noi è
la sua formazione musicale e l’attività
di voce recitante in un repertorio che dai
melologhi di Liszt, a Schönberg, a Corghi
esprime un raro connubio in cui musica e
recitazione si interscambiano grazie a competenze
professionali di rara qualità.
Lui, Cardi, il compositore, è tra
i più affermati e interessanti autori
del nostro panorama contemporaneo con un
percorso linguistico che dalla scuola romana
di Donatoni all’uso delle tecnologie
elettroacustiche abbraccia un’ampio
raggio d’azione.
Pesciolino è un originale kit, realizzato
da Eurografica editore e distribuito da Armando
Curcio, in cui un libro a forma di pesce
aprendosi si rivela un puzzle double-face
con il testo della filastrocca trascritta
in italiano e inglese. «Scrivo da molto
tempo – ci racconta la Bergamasco –,
e quando ero in attesa di Valeria, la mia
prima bambina, ho pensato di realizzare qualcosa
di concreto che dallo scritto si traducesse
in oggetto. Pesciolino è nato con
il cuore ed è recitato e musicato
seguendo il ritmo del cuore della mia bambina
in una delle ultime ecografie». In
realtà il pesciolino «bevitore
che ritma a tempo di singhiozzo la sua lunga
esplorazione» e che «gocciolava
bollicine che lanciava nelle danza»
è proprio il bambino nella sua vita
prenatale e l’elaborazione sonora abilissima
di Mauro Cardi utilizza suoni naturali campionati
inserendoli nel ritmo del battito. Suoni
acquatici, quindi, in cui si inseriscono
altri riverberi.
«I suoni musicali nascono dal suono
delle parole – dice Cardi – e
il ritmo della recitazione di Sonia, così
asciutto e lontano dal modo narrativo tradizionale,
ha grandi capacità evocative».
Quali le reazioni dei bambini nei confronti
di un così singolare connubio? Di
curiosità, sicuramente. Il mondo sonoro
creato dai suoni vocali ed elettroacustici
stimola la loro immaginazione e la loro capacità
di percezione, più viva e duttile
di quella degli adulti, che a loro volta
possono leggere ‘oltre’, scoprire
e far scoprire i diversi significati. Il
pesciolino non resterà solo: la Bergamasco
e Cardi stanno predisponendo un piccolo promettente
bestiario per la serie de “Gli amici
del Bruco Saggio”, con la collaborazione
del pittore Giancarlo Savino e la partecipazione
di sponsor illustri.
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«Trash», opera per i piccoli con barboni e suoni di strada.
Corriere della sera, 7.4.2004
Santa Cecilia propone «Trash» cose in scena, opera in un atto con oggetti sonori, suoni riciclati e gente di strada con il Gruppo Teatrale Burattinmusica, musiche originali di Roberta Vacca e Mauro Cardi (età consigliata 6 - 11 anni). Uno spettacolo dal clima ironico e lieve che interpreta il paesaggio sonoro di due barboni. Si scopriranno i suoni della loro vita e degli oggetti che la riempiono. Il pubblico viene coinvolto a produrre suoni con oggetti di uso comune. Chi vuole può portare bottigliette di plastica, buste e carte rumorose, scatole di cartone.
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Recensione del CD "Manao
Tupapau"
di Mario Pagotto
CD Classica - Marzo 1999
Manao
Tupapau, E la notte rischiarava la notte, Fil Rouge, Trama, Wind,
The Spark to the Flame, Calendari Indiani.
Freon Ensemble, Maria Isabella De Carli, Maria Rosa Bodini, Maria
Grazia Bellocchio, Luca Francesconi,
Ensemble Recherche, Marco Rogliano, Antonio Politano, Claudia
Antonelli, Freon Ensemble, Stefano Cardi, Luisa Castellani, Gruppo
Musica d'Oggi, Luciano Pelosi.
BMG
CMECD1053. 64'41". Note (It. Ingl.). Distribuzione: Ricordi.
Giudizio Tecnico: OTTIMO. DDD. Stereo.
Registrazioni effettuate tra il 1993 e il 1997 in diversi studi
e dal vivo (E la notte rischiarava la notte, Fil Rouge). Molto
buona la presa dei suono e l'ambientazione. Non avvertibili rumori
di fondo nelle registrazioni dal vivo.
Interpretazione: OTTIMA.
Manao
Tupapau è uno tra i più celebri e seducenti quadri
di Paul Gauguin. Penso che il compositore romano Mauro Cardi (1955)
si richiami al suo colore abbacinante e alla sensualità
dell'immagine nell'intitolare il brano che dà il nome anche
a tutto il Cd. In effetti, l'evoluzione creativa ha portato Cardi,
a questo punto della sua carriera, ad un'immersione totale nel
gusto del colore e della sonorità coinvolgente. La rigorosità
di pensiero donatoniano, dei suoi esordi, sembra ora incrinata
da scelte apparentemente dettate dall'estemporaneità coloristica,
dall'istintività sensoriale, piuttosto che da troppo serranti
preoccupazioni formalistiche e strutturalistiche.
Sembra, dicevamo, perché in realtà il rigore rimane,
la saldezza del tracciato non viene meno bensì Cardi scopre
il gioco elettronico, si addentra in sentieri sinuosi che dissimulano
il tracciato, riverberano e sublimano il segno. Appare facilmente
evidenziabile un percorso d'ascolto, regolato cronologicamente,
che mette in risalto la volontà di concentrazione sul fenomeno
suono nella sua accezione più vasta ed articolata. Infatti,
dai labirinti geometrici ed angolari di Trama per violino solo
(1984), Cardi si indirizza a passi decisi verso una sorta di edonismo
sonoriale. Per esempio la composizione Calendari indiani, per
voce femminile e dieci esecutori, pur non avvalendosi dell'apparato
elettronico, è caratterizzata da un brulicare di tramature
sonore molto mobili e raffinate dove voce e strumenti sembrano
conquistare una dimensione dell'accadimento sonoro sinora ignota.
Significativamente i brani più recenti presentati nel CD,
Manao Tupapau, E la notte rischiarava la notte, The spark to the
flame si servono dell'apporto di elaborazione elettronica del
suono (live electronics, tastiere MIDI, campionature del suono),
che risulta come una naturale conseguenza e un potente mezzo per
l'allargamento del campo uditivo) a questo punto della carriera
artistica di Cardi.
Le esecuzioni mi sono parse tutte di ottimo livello. Ad esse hanno
contribuito i musicisti più di spicco nel panorama italiano
della musica contemporanea come il soprano Luisa Castellani, le
pianiste Maria Isabella De Carli, Maria Rosa Bodini, Maria Grazia
Bellocchio, il compositore Luca Francesconi (qui in veste di direttore)
e il chitarrista-direttore Stefano Cardi.
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Recensione
del CD "Manao Tupapau"
Records International
MAURO CARDI
(b.1955)
Manao Tupapau for Flute, Percussion, Tape and Live Electronics,
e la notte rischiarava la notte for 3 MIDI players and Live Electronics,
Fil rouge for Piano and String Trio, Trama for Solo Violin, Wind
for Flute and Harp, The Spark to the Flame for 6 Instruments,
Calendari Indiani for Soprano and 10 Instruments.
Manao Tupapau opens with a burst of sonic virtuosity, and throughout
the work both the instrumental and electronic components of the
score teem with sonorous inventiveness. This kind of preoccupation
with sound is typical of the composer's recent work, and accounts
for the increasing appearance of electronic media in his music,
but timbre, as well as a powerful kinetic dynamism permeates his
works for conventional instruments as well, both recent (Fil rouge,
1997, for Piano Quartet) and earlier (Calendari Indiani, of 1990,
which uses Native American folk texts woven into a rich tapestry
of instrumental sound). Various soloists. BMG Ricordi CMRCD1053
(Italy)
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"LE VOCI DEI MEDICI."
di Mya Tannenbaum
Corriere della sera, 7.11.1998
Elena Cecchi Fedi soprano, Maurizio Dalena tenore, Guido Galterio pianoforte. All'Accademia di Francia, Villa Medici.
La Fondazione RomaEuropa si e' proposta quale mecenate commissionando musiche a soggetto all' insegna del Ritorno di Ulisse. Musiche da inserire nei diversi programmi (seppure col contagocce) ma con gli onori della prima esecuzione assoluta. Piu' che una tematica e' un gioco, una sfida. La proposta di rielaborare un frammento musicale tratto dal Ritorno di Ulisse in patria di Claudio Monteverdi.
Non ho nulla da ridire contro le garbate esecuzioni delle arie di Denza e di Tosti da parte del grazioso soprano Elena Cecchi Fedi, del tenore Maurizio Dalena, del pianista Guido Galtero. No. Peccato che non abbiamo dato loro ospitalita' altrove: ci avrebbero guadagnato. Piano però. C' era anche la novità di Mauro Cardi da ascoltare, tra lusco e brusco. Il titolo? Plena timoris amor, uno sparito d' ispirazione omerica e monteverdiana, e qui la giovane Cecchi Fedi e' subito emersa, sicura di sé, musicale. Lo stile di Cardi era lieve, poetico, originale. La vocalita' oscillava tra intervalli di seconda e di quarta. Il clima vagamente modale, si rifaceva a Monteverdi ma conservando i tratti originali della modernità . Quando la musica riesce a farsi intrigante, stimolante, ecco, è il momento che vale la pena frequentarla...
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"Mauro
Cardi: la bellezza della musica in cattedra"
di Walter Tortoreto
Il Centro - L'Aquila, 26.4.1996
[
]
E' una musica piena di risorse e di sorprese, ottimamente organizzata,
con strutture solide e di sapore classico, dal materiale sonoro
ricchissimo. Può anche suggerire un'estetica: altri compositori
guardano solo dentro se stessi, Mauro Cardi invece sembra che
alimenti i propri pensieri musicali con materiali provenienti
dalle fonti più varie, orecchio, sensibilità e cultura
sono educati a cogliere i fruscii più lievi del creato
e a stilizzarli mediante una tecnica compositiva che maschera
l'attitudine sperimentale con un controllo spietato. In virtù
di un'esecuzione assai pregiata cui ha contribuito la De Amicis
con un'accurata regia del suono elettronico, 4 composizioni di
Cardi si sono presentate nelle migliori condizioni al pubblico
aquilano: "Fado" per sei esecutori, "Al di sopra
del lago è il vento" per viola e pianoforte, "Vocativo"
per violoncello e "The Spark to the Flame", dedicata
al 50° anniversario della "Barattelli", in prima
assoluta. Gli esecutori del gruppo Freon Ensemble sono di eccezionale
bravura come insieme e come solisti.
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Recensioni
rappresentazione "Nessuna coincidenza":
Roma, 25.5.1995, Teatro Olimpico, Accademia Filarmonica Romana,
Marano, Pace, Petroni, gruppo strumentale Musica d'Oggi, F.Maestri
"Fra antichi conventi e belle piscine nascono opere buffe"
di Luigi Bellingardi
Corriere della sera, Roma, 27.5.1995
Su
libretto di Stefano Savi Scarponi, "Nessuna coincidenza"
è da Cardi orientata al futuro, ad un genere "cyberpunk"
tra il fumetto e la telenovela. Due amiche sul bordo d'una piscina
si scambiano delle confidenze, coinvolgendo nella storia il maggiordomo
e un fusto di nuotatore. Forse però anche il lieto fine
è fuori dalla realtà. Meno gravata di simbolismi
"Nessuna coincidenza" s'avvale d'una trama sonora assai
varia, con "live electronics", strumenti a fiato e percussioni
in spiccata evidenza. In complesso una serata assai particolare
e buon successo per tutti.
"L'opera buffa? Brutta bestia per i giovani
"
di Michelangelo Zurletti
La Repubblica, Roma, 3.6.1995
[
]
Per fare un'opera buffa occorre un libretto buffo, una partitura
che sappia comunicare il testo buffo e sappia sorridere (i metodi
sono infiniti, ne basta uno). E poi occorre un regista che sappia
allestire uno spettacolo buffo. Sfortunatamente i nostri sono
stati accomunati da uno spettacolo, di Tonino Conte, di deplorevole
noia. Per quanto le scene fossero disegnate da Emanuele Luzzati,
che conosce ironia e leggerezza e ha vera capacità di divertire.
La scena è [
] un bordo di piscina e un ombrellone
con sedie a sdraio per "Nessuna coincidenza". Scena
povera ma sufficiente. [
] "Nessuna coincidenza",
su testo di Stefano Savi Scarponi, è una tipica opera prima.
C'è tutto. Un libretto abbastanza divertente, che parla
di donne borghesi, radio, telefono, whisky e smalto per unghie,
cuffie elettroniche subacquee, racconto di stupri e agnizione
finale. Nella musica di Cardi c'è ancora di più:
canzoni, musica d'estrazione donatoniana, Live Electronics, chitarra
elettrica, alla ricerca di una sintesi totale di generi e linguaggio.
Cardi è uno che sa scrivere e si serve bene di tutti questi
mezzi. Ma chiede troppo. Gli occorrerebbe un soprano che avesse
un'altra ottava acuta e convenienti note in chiave di basso.
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Recensioni
esecuzione "Calendari indiani":
Roma, 3.12.1993, stagione da camera Accademia Nazionale Santa
Cecilia,
Ensemble Modern, L.Castellani, L.Zagrosek
"I concetti sonori Modern"
di Mario Gamba
Il manifesto, Roma, 6.12.1993
Di
Mauro Cardi è stato eseguito un lavoro del 1990, "Calendari
indiani". Cardi è un 38enne romano che ha studiato
con Donatoni riuscendo, a differenza di tanti altri allievi di
quell'irresistibile compositore, a sottrarsi alla sua influenza.
Ma certo è un vero osservante del maestro per quanto riguarda
la libertà interiore. Il pezzo è per soprano e strumenti,
il testo è ricavato da frammenti liberamente mescolati
di un calendario degli indiani d'America. La cantante comincia
con una nenia mentre gli archi contrastano in pizzicato e in glissando,
loro sono agitati e tellurici, lei è lirica e sognante.
Poi i due poli della vicenda inseriti da vicino "nel contesto".
Tutto è fluido, Cardi è abile nel trattamento della
voce e degli strumenti, il "contesto" è tellurico
e sognante.
"Note moderne ma poco note"
di Landa Ketoff
la Repubblica, Roma, 9.12.1993
La
curiosità della serata era "Calendari indiani"
per soprano e 10 strumenti del trentottenne romano Mauro Cardi,
scritto nel '90. Il testo riunisce dodici definizione poetiche
della luna coniate da tribù indiane d'America per i 12
mesi dell'anno: "Luna del ghiaccio", "Luna del
giorno", e così via. Quasi tutto in pianissimo con
momentanei scoppi di fortissimo, ha una base strumentale densa
e cangiante. Inizia con note basse e cupe che lentamente si alzano
con l'allungarsi dei giorni, coi loro divenire più luminosi
e nel finale, al ritorno dell'autunno, si abbassano e si spengono.
Su questa base si eleva la voce, che a volte è a scatti,
altre si lascia andare a una melodia struggente. Lavoro molto
originale, costruito con grande maestria, che è stato a
lungo applaudito.
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Recensione
esecuzione "Effetto notte":
Milano, 10.12.1991, Civica Scuola di Musica, Elision Ensemble,
S.Gorli
"L'Elision
Ensemble. Suggestioni d'Australia"
di Paolo Petazzi
l'Unità, Milano, 12.12.1991
Un'altra
presenza significativa nel concerto era il primo pezzo di autore
italiano scritto per l'Elision Ensemble, "Effetto notte"
(1989) di Mauro Cardi: l'allusione al film di Truffaut si riflette
nella musica in senso molto lato, in raffinati procedimenti di
filtraggio del materiale che portano a suggestive, arcane atmosfere
rarefatte, a un discorso di grande sottigliezza.
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Recensioni
tourneè australiana
luglio 1989
"Exquisite
delicacy in suggestive, atmospheric Italian connection"
di Clive O'Connell
The Age, Melbourne, 18.7.1989
Mauro
Cardi, who is visiting this country, had three works performed:
"Les Masques", an unexpectedly straightforward trio
of simple structure; "Mizar" for solo double bass, virtuosic
writing with a passionate current, deftly negotiated by Kees Boersma,
and the work that gave the night its title. [
] Cardi, electing
to erupt periodically from a gentle underpinning set of textures
with blocks of fast-note sound [
] Cardi's nocturnal activity
for octet holds less challenge dynamically but requires more ensemble
accuracy, generally well achieved by Elision. One's lingering
memory of the piece - and the concert - is the plantive mingling
of Stephen Morey's mandolin with the guitar of Daryl Buckley in
a fine exibition of mutual dependence and sonic rivalry.
"Musica nuova italiana alla Melba Hall: Mauro Cardi e
Ada Gentile nell'accurata interpretazione del complesso australiano
Elision"
di Emilio Bini
Il Globo dall'Australia, 17.7.1989
[
]
"Les Masques" di Mauro Cardi ci hanno fatto provare
saltellanti guizzi, tremuli improvvisi, sensazioni di vuoto, dissonanze
alternate ad accenni contrappuntistici di notevole finezza rotti
da un drammatico finale. [
] Abbiamo poi ascoltato le varianti
un po' difficili dell'astrazione con "mizar" di Mauro
Cardi eseguita al contrabasso - come già la sera precedente
all'Istituto di Cultura - dall'olandese Kees Boersma. Il programma
si è concluso con "Effetto notte", il fiore all'occhiello
di Mauro Cardi che ha trovato nel complesso Elision [
] interpreti
appassionati ed ispirati. Scritto apposta per l'Elision Ensemble,
questo pezzo tende a rendere attraverso sospensioni e con un crescendo
di tensioni, il palpito arcano della notte trascinato verso spazi
misteriosi, in un vortice progressivo che attrae ed incanta irresistibilmente:
ricorda "Dans la nuit" di Henry Michaud o "Nocturnal"
di Varèse. La "musica nuova" che rappresenta
nella musica contemporanea la punta più avanzata di ricerca
di forme e sonorità nuove protese alla raccolta dei suoni
dispersi, trova - nonostante complesse e pedisseque difficoltà
di diffusione cui Mauro Cardi accennava nella sua conferenza di
mercoledì sera all'Istituto - sempre più gradita
accoglienza nel pubblico nazionale e internazionale.
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Recensione
esecuzione "In Corde":
Roma, 8.4.1989, Auditorium RAI Foro Italico, stagione dell'Orchestra
Sinfonica della RAI di Roma, dir.E.Kloke
"Un
sogno sulle corde"
di Dino Villatico
la Repubblica, Roma, 14.4.1989
Nella
scorsa stagione dei Concerti di Roma, l'Orchestra della RAI avrebbe
dovuto suonare un nuovo pezzo di Mauro Cardi, "In corde",
finito di comporre nel 1985 e vincitore, nel 1988 del premio "Gianfrancesco
Malipiero". Uno sciopero dell'orchestra fece saltare il concerto.
[
] Rossini avesse avuto orchestre così, avrebeb avuto
difficoltà a diventare quello che è diventato. Comunque,
un forfait di Gabriele Ferro, e quindi la cancellazione di un
programma, ha riportato alla ribalta (è il caso di dirlo)
il pezzo di Cardi. Eberhard Kloke, quarantunenne direttore amburghese,
sostituisce Ferro e inserisce nel programma del suo concerto il
pezzo di Cardi. L'ascolto dimostra ciò che già si
vede dalla partitura: il pezzo meritava il premio. E', infatti,
scritto molto bene, con un dosaggio e una calibratura dei timbri
orchestrali di consumata astuzia. Tanto più che il percorso
sonoro del brano è tenuto in genere su dinamiche delicate,
con fremiti d'archi, sospiri di legni, gemiti di ottoni: una fitta
rete di piano e pianissimo s'insinua tra gli occhi neri delle
note sui righi della partitura. Solo le percussioni, e in particolare
i timpani, intervengono talora a rompere l'incanto quasi di fantasmi
che i suoni suggeriscono. Ma xilofono, vibrafono, celesta e lo
stesso pianoforte in seguito ristabiliscono di nuovo il clima
sognante, visionario che sembra il tono fondamentale del pezzo.
Se mai, forse, bisogna confessare che proprio la volontà
di tenere il pezzo dentro questo clima finisce col conferirgli
una dimensione alquanto informe, senza direzione: come se il percorso
musicale procedesse non in base a un programma determinato, ma
via via che cammina, per generazione spontanea, di figura in figura.
Ciò fa sentire una certa mancanza di centro, come se la
pagina nascesse da associazioni casuali, giorno per giorno. Il
che, almeno in parte, è ammesso dallo stesso Cardi, nelle
note di programma. Il pezzo è stato composto dal 1983 al
1985. La dimensione "cameristica" dell'orchestra è
conquistata, e felicemente. [
] Quanto si è ascoltato
sembra il frutto di una sensibilità sottile e di un'intelligenza
musicale non ordinaria. Del resto, Kloke forse ha impresso alla
pagina un andamento più regolare di quanto la pagina prevedesse.
E ciò ha creato quel senso di uniformità che sembra
difetto di forma.
"Musiche
di Cardi, Mahler e Berg"
di Mya Tannenbaum
Corriere della sera, Roma, 11.4.1989
Il
bel programma offerto dall'Orchestra sinfonica di Roma della RAI
con la prima esecuzione assoluta di "In corde", premio
Malipiero 1988, è servito in qualche modo a tagliare la
testa al toro delle polemiche, vecchie e nuove, sullo stato di
salute della musica e dei musicisti. Quale tendenza incoraggiare?
Il pezzo di Cardi era una novità, una primizia (una pietra
da aggiungere all'edificio della cultura musicale) non già
l'oggetto di un rituale usa-e-getta. La nitida e complessa scrittura
di Cardi è destinata a una grande orchestra, completa di
tutti gli strumenti tradizionali, i legni, compreso l'ottavino,
il clarinetto basso e il controfagotto; i sedici ottoni e i timpani
accanto alla xilomarimba, al vibrafono, all'arpa, alla celesta,
al pianoforte e agli archi. [
] Malgrado il vasto organico,
la trasparenza dell'assunto non è mai venuta meno. Quasi
venti minuti di musica caratterizzati da una straordinaria grazia
cameristica. Di bella resa, inoltre, l'attacco iniziale dei violoncelli
soli, che si ricollega alla piccola orgia finale provocata dagli
armonici nel ritorno degli archi. Una festa del commiato.
"Stagione
Rai: Musiche di Cardi, Mahler, Berg. Il contemporaneo non sfigura
"
di Giorgio Boari Ortolani
Il Giornale d'Italia, Roma, 10.4.1989
Mauro
Cardi è un giovanissimo ed accorto compositore che proprio
con questo bel brano - In corde - si è guadagnato la palma
al Premio G.F.Malipiero. L'opera presentata sabato sera è
un lavoro ragionato, è dal doppio aspetto: da una parte
una griglia operativa rigida da cui escono strutture musicali
fortemente caratterizzate e dense (anche se molto ombrose
),
dall'altra la trasformazione del materiale attraverso una variegata
duttilità espressiva e sonora. Due stati d'animo diversi?
Cardi è un compositore che va seguito, è tra i pochi
ad essere in possesso di una esatta fisionomia creativa e la sua
musica è a giusta mezza via tra la ricerca contemporanea
(priva di sussulti d'avanguardia) ed una modernità che
gli consente di non lasciare nulla al caso, soprattutto nella
strumentazione. Questa di Cardi è una operazione che odora
di maturità musicale
staremo a vedere nel proseguio.
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Recensioni
esecuzioni olandesi "Filigrana":
Amsterdam, Holland Festival, Nieuw Ensemble, E.Spanijard
Amsterdam, 9.9.1986, International Gaudeamus MusicWeek 86, Nieuw
Ensemble, D.Porcelijn
"Lyriek
en fijnzinnigheid in nieuwe werken Nieder en Cardi"
di Gemma Coebergh
Maartens Dagsblad, Amsterdam, 21.6.1986
Mauro
Cardi e Alessandro Melchiorre sono considerati tra i compositori
che ricercano le conseguenze delle nuove possibilità attuali.
[
] L'elegante e sottile musica di Cardi fa tutto ciò
con arte. [
] La composizione di Cardi si comprende meglio
dal suo titolo. Filigrana è una parola dalle dolci e graziose
implicazioni. Piccole tessere di un mosaico di impasti timbrici
si sussesuono fino a formare un determinato disegno, laddove lo
strumentale è stato usato nelle sue possibilità
inventive.
"Wollige ruis fascineert in Italiaans concert"
di Ernst Vermeulen
NRC Handelsblad, Amsterdam, 21.6.1986
In
questi giovani italiani appare comunque quasi tutto di alta e
brillante fattura. Mauro Cardi (nato nel 1955) dichiara già
tutto nel suo titolo Filigrana (1984). Questo ottetto è
già stato selezionato per l'edizione di quest'anno del
Gaudeamus, a cui Cardi già una volta in passato venne premiato.
La tipica strumentazione del Nieuw ensemble, che include mandolino,
chitarra e arpa, viene sfruttata in maniera virtuosa, ma assolutamente
raffinata appare la combinazione del vibrafono coi cimbali: un
prezioso manierismo.
"Spanning in suizelende klankspinsels"
di Ernst Vermeulen
NRC Handelsblad, Amsterdam, 10.9.1986
Dall'italiano
Mauro Cardi Dench avrebbe potuto imparare l'arte di strumentare.
La sua "Filigrana" scritta per il Nieuw ensemble, era
già stata eseguita nel recente Holland Festival. [
]
Un piacevolissimo gioco nella contrapposizione del disegno interrotto
fatto da arpa, chitarra e mandolino, con i trilli dei fiati. Più
avanti nel corso del pezzo i ruoli si invertiranno.
"Openingsconc.Gaudeamus:nut
en onnut van de computer"
di Ralph Degens
Trouw, Amsterdam, 11.9.1986
Poiché
il 31enne italiano Mauro Cardi nel 1984 già ricevette il
Gaudeamus Prize per la sua composizione "Les Masques",
quest'anno non ha così l'opportunità di ripeterlo.
Ma la sua "Filigrana", che è stata eseguita durante
i concerto d'apertura del Gaudeamus Music Week, sicuramente si
distinguerà tra i migliori lavori nei commenti che si registreranno.
Chi durante il recente Holland Festival (quando fu eseguito in
prima) lo ha già ascoltato, ora con piacere ancora uan
volta ha gustato la raffinatezza, i fragili suoni con cui Cardi,
in "Filigrana", ha costruito un sottile gioco.
"Vooral oude bekenden vallen op in Gaudeamus MusicWeek"
di Frits Van der Waa
Volkskrant, Amsterdam, 11.9.1986
I
vincitori delle due passate edizioni, l'italiano Mauro Cardi e
la coreana Unsuk Chin, mostrano di non essere fenomeni che durano
un giorno. Cardi ha convinto una volta ancora col suo "Filigrana",
un giocoso, ricercato processo musicale costruito per otto strumenti.
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